«La vera istruzione è insegnare alla gente a pensare da sola.» Noam Chomsky
Edizioni Malamente è una casa editrice che nasce nelle Marche nella primavera del 2021 dall’esperienza del progetto di Rivista Malamente, in stampa dal 2015.
Il nostro logo è il “gattu puzzu”, il gatto pazzo, animale sfuggente e leggendario dei boschi marchigiani, selvatico e senza padroni che ha nel suo sguardo lo stesso spirito dei gatti neri simbolo della tradizione sovversiva internazionale.
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Il padrone sa 1000 parole, tu ne sai 100; ecco perché lui è il padrone.
[don Lorenzo Milani]
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Qualche decennio fa l’opera di uno dei più significativi filosofi del Novecento, Hans Jonas, si intitolava Il principio responsabilità. Un’etica per la civiltà tecnologica3, e si concludeva con un paragrafo intitolato Per tutelare l’‘integrità dell’uomo’ che dopo oltre quarant’anni conserva tutta la forza e la provocazione che lo caratterizza e che ripropongo qui di seguito.
Scriveva Jonas:
Si dovranno apprendere nuovamente il rispetto e l’orrore per tutelarci dagli sbandamenti del nostro potere (ad esempio dagli esperimenti sulla natura umana). Il paradosso della nostra situazione consiste nella necessità di recuperare dall’orrore il rispetto perduto, dalla previsione del negativo il positivo: il rispetto per ciò che l’uomo era ed è, dall’orrore dinanzi a ciò che egli potrebbe diventare. Dinanzi a quella possibilità che ci si svela inesorabile non appena cerchiamo di prevedere il futuro. Soltanto il rispetto, rivelandoci ‘qualcosa di sacro’, cioè di inviolabile in qualsiasi circostanza (il che risulta percepibile persino senza religione positiva), ci preserverà anche dal profanare il presente in vista del futuro, dal voler comprare quest’ultimo al prezzo del primo… Un’eredità degradata coinvolgere nel degrado anche gli eredi. La tutela dell’eredità nella pretesa di ‘integrità dell’uomo’ e, quindi, in senso negativo, anche la salvaguardia dal degrado, deve essere l’impegno di ogni momento: non concedersi nessuna pausa in quest’opera di tutela costituisce la migliore garanzia della stabilità, essendo, se non l’assicurazione, certo il presupposto anche dell’integrità futura dell’identità umana. La sua integrità non è altro che l’apertura verso quella sempre smisurata pretesa – che induce all’umiltà –, rivolta al suo portatore strutturalmente inadeguato. Conservare intatta quell’eredità attraverso i pericoli dei tempi, anzi contro l’agire stesso dell’uomo, non è un fine utopico, ma il fine, non poi così modesto, della responsabilità per il futuro dell’uomo.
https://mondodomani.org/dialegesthai/articoli/emilio-baccarini-16
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«Il Signore di cui è l'oracolo in Delfi non dice e non nasconde: significa» (Eraclito, Frammento 120)
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FRANCESCA
Diario dei giorni distratti
Beve troppi caffè, non trova mai l'auto nei parcheggi, narratrice delle cause perse.
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IL TRAPIANTO DEL TRAUMA: LA MEMORIA CONDIVISA DEL MALE
un articolo di Israel De Benedetti, apparso sul bimestrale della comunità ebraica torinese, il 5 ottobre del
2002. Ecco la conclusione:
"Nel frattempo si continua a vivere la vita di tutti i giorni, preoccupati per la disoccupazione,
l’aumento degli oneri fiscali, la cecità obbrobriosa dei nostri governanti verso il popolo
palestinese. Cose che succedono forse solo da noi: ieri (20 settembre) è stato trapiantato un rene
dal corpo dell’ultima vittima dell’attentato di Tel Aviv (un diciassettenne venuto da Glasgow a
studiare in una yeshivá) in quello di una bambina palestinese."
Un trapianto reale dunque, una parte del corpo del potenziale nemico, ucciso da un potenziale
amico – ma qui i termini sono paradossali –, che trasferisce, per così dire, un progetto di morte in
un progetto di vita.
http://www.qro.unisi.it/frontend/sites/default/files/Il_trapianto_del_trauma.pdf
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Dissipatio - Una cellula mediatica
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La verità è che il fascino del Neoliberismo per quanto possa essere indebolito dalle varie crisi, rimane forte perché è insito nella logica del capitalismo globale. La sua natura è mutevole, cambia e si adatta a seconda delle situazioni. Possiamo quindi aspettarci che continuerà a vivere come ha sempre fatto, trasformandosi in base alle diverse condizioni, superando gli ostacoli, adattandosi al pensiero comune senza però mai cambiare le impostazioni di fondo. Parafrasando Mark Twain: “Spiacente di deludervi, ma la notizia della morte del Neoliberismo è grossolanamente esagerata”.
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Luce Fabbri è un personaggio di prim'ordine nella storia del movimento anarchico, ed è proprio la sua essenziale chiarezza nell'affrontare i drammi della Storia – che va subito al cuore dei problemi, e diciamo pure dello scontro – a rendere così vicini e preziosi questi testi. Per imparare qualcosa di più su ciò che è stato, e per capire i modi in cui ancora agire e lottare. Come Luce non ha mai smesso di fare.
Goffredo Fofi
https://eleuthera.it/materiali/PEZZICA_LORENZO/prefazione_critica-dei-totalitarismi_fabbri.html
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EMIL CIORAN --GENEALOGIA DEL FANATISMO TRATTO DAL. SOMMARIO DI DECOMPOSIZIONE
Anche quando si allontana dalla religione, l'uomo vi rimane assoggettato; si affanna a creare simulacri di dèi, e si precipita poi ad adottarli: il suo bisogno di finzione, di mitologia, trionfa sull'evidenza e sul ridicolo. La sua capacità di adorazione è responsabile di tutti i suoi crimini: chi ama indebitamente un dio costringe gli altri ad amarlo, pronto a sterminarli se si rifiutano. Non c'è forma di intolleranza, di intransigenza ideologica o di proselitismo che non riveli il fondo bestiale dell'entusiasmo. Perda l'uomo la propria facoltà di indifferenza: diverrà virtualmente assassino; trasformi la sua idea in dio: le conseguenze saranno incalcolabili
Quando ci si rifiuta di ammettere l'intercambiabilità delle idee, scorre il sangue... Sotto le risoluzioni ferme si leva un pugnale. Gli occhi ardenti preannunciano l'assassinio. Lo spirito esitante, preso da amletismo, non è mai stato dannoso: il principio del male sta nella tensione della volontà, nell'inattitudine al quietismo, nella megalomania prometeica di una razza che scoppia di ideale, che esplode sotto le proprie convinzioni e che, per essersi compiaciuta di irridere il dubbio e la pigrizia - vizi più nobili di tutte le sue virtù - ha imboccato una via di perdizione: la via della storia, miscuglio indecente di banalità e di apocalisse.
Da ciò deriva il fanatismo, tara capitale che dà all'uomo il gusto dell'efficacia, della profezia, del terrore - lebbra lirica con la quale egli contamina gli animi, li sottomette, li stritola o li esalta... Vi si sottraggono solo gli scettici (o i fannulloni e gli esteti), perché non propongono nulla, perché - veri benefattori dell'umanità - ne distruggono i partiti presi e ne analizzano il delirio. Io mi sento più al sicuro accanto a un Pirrone che a un san Paolo, per il motivo che una saggezza arguta è più mite di una santità scatenata. In uno spirito ardente si ritrova mascherato il predatore... Non ci si difenderà mai abbastanza dalle grinfie di un profeta... Allontanatevi da lui se alza la voce, fosse pure in nome del cielo, della città o di altri pretesti: satiro della vostra solitudine, egli non vi perdona di vivere al di qua delle sue verità e dei suoi slanci; la sua isteria, il suo bene, vuole farveli condividere, imporveli e snaturarvi.
https://www.rodoni.ch/busoni/cioran/cioranfanatismo2.html
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https://www.facebook.com/photo/?fbid=805822614509686&set=a.571181274640489
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«sono innocente, spero dal profondo del cuore che lo siate anche voi», Enzo Tortora rivolto ai giudici)
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Adriano Olivetti, imprenditore “visionario”
La parola chiave era “comunità”, un lemma che Olivetti pose persino al centro di un progetto politico, partecipando sotto quell’insegna alle elezioni. Comunità significava fare come in piccolo si era fatto a Ivrea: la fabbrica nel verde pubblico, gli operai alloggiati non in periferie stranianti della città ostile ma nei piccoli condomini sparsi tra gli alberi, l’asilo per i bambini, l’assistenza medica a portata di mano, i trasporti garantiti, la cultura più avanzata e la scuola meglio organizzata a disposizione dei dipendenti. Utopia pura: un’isola della ragione nel cuore del più disordinato e estraniante momento storico dell’Italia del Novecento, il miracolo economico nel quale gli animal spirits del capitalismo furono lasciati liberi, nel bene e nel male,di esprimere tutta la loro violenta ambizione di modellare il mondo alla propria esclusiva misura. Olivetti no. A Ivrea si parlava di programmazione e di sviluppo indirizzato, quando ancora queste parole erano estranee al lessico della politica. Si guardava alla preservazione dell’ambiente in tempi nei quali la ciminiera imperava e rappresentava il simbolo invincibile del progresso. Si proponeva già la centralità dell’urbanistica, e l’intreccio tra la pianificazione economica e quella degli assetti urbani.
https://www.eticapa.it/eticapa/adriano-olivetti-imprenditore-visionario/
Josef Mayr-Nusser-Sulla sua vicenda, Francesco Comina ha pubblicato un libro dal titolo Non giuro a Hitler.
https://www.anpi.it/biografia/josef-mayr-nusser
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«Ora come ora ho tre domande
da porti, e sono: primo, cosa pensi
dei sogni; secondo, cosa pensi del
linguaggio degli animali; terzo
cosa pensi della storia universale in
generale e della storia generale in
particolare. Sono qui che ascolto».
Raymond Queneau (da I fiori blu, traduzione di Italo Calvino)
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« È facile, nel mondo, vivere secondo l'opinione del mondo; è facile, in solitudine, vivere secondo noi stessi; ma l'uomo grande è colui che nel mezzo della folla conserva con perfetta serenità l'indipendenza della solitudine. »
Ralph Waldo Emerson (1803-1882)
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"La scoperta della teoria dei quanti, io credo, è la scoperta che le proprietà di ogni cosa non sono altro che il modo in cui questa cosa influenza le altre. Esistono solo nell’interazione con altre cose […] è a queste interazioni che dobbiamo guardare per comprendere la natura, non agli oggetti isolati" (Carlo Rovelli, Helgoland
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