Entopo, cugino di Esopo – Fiaba XXVI – Il canto delle rane


I popoli della palude ammirarono il loro nuovo sovrano prendere possesso del suo territorio. Il precedente re, l’Aquila, aveva dovuto cedere lo scettro per l’età avanzata e per l’ostilità da parte delle nutrie e dei corvi. Erano stati proprio questi a fare sì che venisse eletto come nuovo sovrano l’Airone.

L’Airone si posò sulla grande roccia che sovrastava la palude e cominciò il suo discorso di insediamento. “Mio popolo, questa nostra casa soffre di cattiva fama presso le altre genti. E’ vista come una terra grigia e oppressiva, umida e nebbiosa, triste e malinconica. Ringrazio il mio predecessore per la cura dimostrata durante il suo regno, ma tutto questo deve cambiare! Bando alla tristezza: si faccia festa, accogliamo i visitatori dalle montagne e dal mare. Voi alligatori, sorridete! Zanzare, danzate! E pure voi rane, così poco favorevoli alle novità e alla mia persona, non tacete, dite quello che volete dire, allietate le acque con il vostro canto. Sì, gracidate senza timore, riempite il cielo con quello che passa nel vostro cuore: io, vostro re, vi ascolterò volentieri”.

Il discorso piacque, e cominciò la festa. I moscerini ballavano come impazziti e il gracidio delle rane felici era assordante. Si era già quasi all’imbrunire e l’Airone prese congedo dalla sua gente.
“Continuate pure senza di me”, disse, “Io vado a fare cena”.
“E’ quasi buio”, fece notare la Nutria. “Come farai a trovare nutrimento?”
“Oh, nessun problema”, replicò l’Airone. “Mi basterà seguire il canto delle rane”

https://berlicche.wordpress.com/2023/12/14/entopo-cugino-di-esopo-fiaba-xxvi-il-canto-delle-rane/

uno dei tanti siti che per contaminatio e meticciato seguo e consulto


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