Manifesto contro l'Editoria a cura delle edizioni GOG (26 Marzo 2023)

 



"Oggi diciamo addio al mondo dell'editoria, un mondo gestito da distributori avidi e indifferenti, alimentato da promotori ignoranti, smistato da librerie di catena ingorde, camuffato da mafiette culturali che si spartiscono le terze pagine dei giornali, da scrittori e giornalisti che si smarchettano a vicenda, da festival e fiere che nascondono dietro numeri gonfiati un evidente declino della qualità dell'offerta. Con questo manifesto, un'autopsia dell'editoria italiana - dove non facciamo sconti a nessuno, neanche a noi stessi - mandiamo tutti affanculo e ci dichiariamo casa editrice indipendente, autonoma e clandestina, ma sul serio, non come le indipendenti che si atteggiano tanto e poi lasciano il 68% del prezzo di copertina ad Amazon (che indipendenza è?). Noi usciamo, siamo fuori, facciamo samizdat non libri, pubblichiamo allucinazioni... Quanto potevamo durare sugli scaffali "novità" della Feltrinelli accanto ai libri di Panza e Mieli (che poi come fanno a essere nuovi se sono sempre gli stessi?) quando ci andava bene oppure su Amazon in pasto alle recensioni del primo stronzo che si sente Raboni? Quindi da oggi ci troverete solo sul nostro sito, ai nostri eventi, e in quelle librerie che vorranno avere un rapporto onesto e diretto con noi. Tutto il resto sta morendo e non lo sa."




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La GOG – o forse sarebbe meglio dire GOG, nel senso del personaggio creato da Giovanni Papini nel suo omonimo romanzo che è l’ispirazione dichiarata del nome della casa editrice – ci racconta di un mondo editoriale italiano ormai strozzato da sé stesso. Un mondo dove i distributori dei libri hanno in mano il 60% del prezzo di vendita di un libro. Dove altre importanti percentuali se le prendono i promotori e alla fine all’autore e all’editore non rimangono che le briciole. Briciole che poi il distributore può dimezzare pretendendo il reso anche a distanza di parecchi mesi, cosa che fa fallire di continuo le piccole case editrici che inesorabilmente chiudono o vengono assorbite da quelle più grandi.

E’ un mondo, ci descrive GOG, che ormai sta soffocando, dove la qualità è sparita – o quasi – a favore della quantità. Perché l’importante è presentare sempre nuovi libri, indipendentemente dal loro valore o dal numero di copie che alla fine verranno vendute. E’ un mondo dove uno scrittore deve riuscire a trovare “umilmente” spazio nel canali culturali riconosciuti dal sistema ed esserne grato.


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Un pamphlet di Gog spiega la follia del mercato editoriale



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L’editoria è al collasso, gli scrittori fanno schifo. Fuga dal mondo dei morti viventi

L’idea è bella perché velleitaria, ardita perché ovvia. Che a un ‘sistema’ – quello librario-distributivo – se ne sostituisca un altro – quello dei ‘siti’, degli ‘eventi’, delle ‘librerie indipendenti’, dei propri fan, più o meno pirateschi – vuol dire: cercare il proprio posto nel mondo. Poi, c’è chi preferisce l’Est all’Ovest, chi all’alta finanza antepone il baratto, chi opta per il sottosuolo rispetto al posto al sole. Niente di nuovo – appunto – sotto il sole.

lo strozzinaggio del sistema distributivo pressoché monopolistico, la cospirazione dei grossi poli editoriali, nati per affossare o tenere sotto ricatto la piccola e media editoria (per sua natura, quando non si tratta di avvoltoi che si nutrono di cadaveri libreschi, avventuriera e dissidente, controtendenza), l’iniquità del marchio ISBN, la corruzione dei premi nostrani, la patente incapacità degli scrittori nostri di evadere da un narcisismo di palta, vergognoso, che fa di un autore una pecora, creature perennemente sotto tiro, ricattabile.

“Noi vorremmo una nuova classe di scrittori che non sia una classe tanto per cominciare. Vorremmo vedere autori a cui non piace stringere mani né frequentare i salotti giusti, gente che scrive prima per sé e poi per gli altri, che durante le dichiarazioni non assume pose pedagogiche, che vinto un premio non sente il bisogno di pontificare sulla qualunque, che non viene a farci la morale a ogni intervista rilasciata, che non ha una colonnina dedicata al proprio ego su una grande testata, che dà prova di un sano orrore di sé”.

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