TZVETAN TODOROV IL GENOCIDIO DEGLI INDIANI-La Conquista dell'America
Il secolo XVI, che segue il primo viaggio di Cristoforo Colombo, e la regione dei Carabi e del Messico sono lo scenario di avvenimenti fra i più sconvolgenti nella storia degli uomini. In quel secolo, gli europei si imbatterono nell’”altro”.
La scoperta dell’America, scrive Todorov, “o meglio degli americani, è l’incontro più straordinario della nostra storia[…] anche se ogni data con la quale si cerchi di separare due epoche è arbitraria, nessuna è più adatta a contrassegnare l’inizio dell’era moderna dell’anno 1492, l’anno in cui Colombo attraversa l’Oceano Atlantico”.
Il secolo XVI è anche il secolo in cui si compirà il più grande genocidio della storia dell’umanità: l’eliminazione di intere popolazioni. Todorov, nel passo antologizzato, ripercorre le fasi salienti della distruzione degli indiani alla luce delle relazioni coeve e delle ricerche che successivamente sono state fatte da storici, archeologi, etnologi. Ne emerge un quadro di desolante tragicità e di incredibile barbarie.
Segue ora un racconto del vescovo dello Yucatán, Diego de Landa, che pure non ha
un atteggiamento particolarmente favorevole agli indiani: «Questo Diego de Landa
dice di aver visto, nei pressi di quella località, un grande albero ai rami del quale un
capitano aveva impiccato un gran numero di indiane; e alle loro caviglie aveva
appeso per la gola i loro figlioletti. (…) Gli spagnoli commisero crudeltà inaudite,
mozzando mani, braccia e gambe, tagliando i seni alle donne, gettandole in laghi
profondi e trafiggendo con la spada i bambini perché non camminavano abbastanza
svelti insieme alle madri. E se gli indiani trascinati con la corda al collo si ammalavano
o non camminavano abbastanza svelti come i loro compagni, gli spagnoli tagliavano
loro la testa per non fermarsi a slegarli»
***
Colombo teneva in mano il Vangelo quando scoprì l’America, e probabilmente anche Cortés quando passava a fil di spada qualche povero indiano. Non si devono abbandonare i Vangeli, cioè abbandonare noi stessi e la nostra civiltà – perché, en passant, la conquista dell’America è il frutto più conseguente dell’insegnamento biblico: «Dio disse loro: “Siate fecondi e moltiplicatevi; riempite la terra, rendetevela soggetta, dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e sopra ogni animale che si muove sulla terra”». Non è tanto questo. Ma per scoprire l’Altro, ogni vangelo va momentaneamente messo da parte, per cercare la diversità che abita in chi ci sta di fronte; se ciò non avviene, si resta ciechi, e si finisce come Cortés, o peggio, come lo storico spagnolo Gonzalo de Oviedo y Valdés, che si domandava «chi vorrà mai negare che usare la polvere da sparo contro i pagani è come offrire incenso a Nostro Signore?».( autore Giovanni Fava )
Commenti
Posta un commento